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Festa di Sant’Antonio Abate a Portico di Caserta
26 Gennaio - 28 Gennaio
Festa di Sant’Antonio Abate
Da Venerdì 26 Gennaio 2024 a Domenica 28 Gennaio 2024
Portico di Caserta (CE)
Festa di Sant’Antonio Abate a Portico di Caserta – Torna la tradizionale Festa di Sant’Antonio Abate a Portico di Caserta 2024. Per la precisione gli eventi si svolgono Da Venerdì 26 Gennaio 2024 a partire dalle ore 15:00 a Domenica 28 Gennaio 2024 – fino alle ore 00:00.
Come ogni anno O RION E SANT’ANTUONO vi invita alla festa padronale con le battuglie, ovvero carri di Sant’Antonio, che sfileranno per le vie del paese mostrando le loro fantasie e facendo sentire i loro ritmi.
La festa di Sant’Antonio Abate si fonda sulla sincronia di diversi aspetti: religioso, tradizionale e socio-culturale. Sant’Antonio Abate (Sant’Antuono in parlata dialettale) viene celebrato i festeggiamenti iniziano nei giorni antecedenti (a partire dal 19 Gennaio) alla festività e sono caratterizzati dalla sfilata delle “Battuglie di Pastellessa”, ovvero dei “Carri di Sant’Antuono”. I carri sono dai “Bottari”, ovvero i percussionisti, i quali, utilizzando strumenti musicali composti da botti, tini e falci, ripropongono l’antica sonorità maceratese della “Pastellessa”.Quest’ultima è una pietanza locale preparata con pasta e castagne lesse e cucinata, proprio, durante quest’occasione. La festa è accompagnata da altre attività: vendita all’asta dei prodotti raccolti durante la processione del Santo oppure offerti dai fedeli, degustazioni di pastellessa, giochi tradizionali e fuochi pirotecnici.
La tradizione vuole che la “Pastellessa” sia nata come rituale per “scacciare il male”: si racconta, infatti, che i contadini fossero soliti percuotere con forza botti, tini e falci per allontanare gli spiriti maligni e che, ripetendo questa cerimonia all’aperto, si tramutasse in inno propiziatorio per un cospicuo raccolto. La tradizione sarebbe, poi, confluita nella festa religiosa in onore di Sant’Antonio Abate, patrono degli animali e protettore delle avversità del fuoco. La musica dei “bottari” e i carri, dunque, non posseggono un vero valore pagano, bensì un alto valore simbolico.